Agatha Raisin. Una cucchiaiata di veleno

Titolo: Agatha Raisin. Una cucchiaiata di veleno

Autore: M.C. Beaton

Casa Editrice: TEA

Anno di edizione: 2025

Pagine: 256

Prezzo: 12 euro

Autore della recensione: Silvia Menini

Chi non ama Agatha Christie? Ecco io fin da quando ero bambina e mi dedicavo anima e corpo alla lettura, Agatha Christie era una delle autrici immancabili nella mia libreria. Il fatto che, prima di me, mia sorella ne fosse ossessionata e li aveva comprati tutti e li leggeva e rileggeva senza mai stufarsi… sicuramente ha aiutato.

Be’, con questi presupposti non potevo farmi mancare Agatha Raisin che proprio dalla grande scrittrice prende il nome ma anche l’arguzia. Una Miss Marple all’avanguardia, contemporanea, sicuramente più giovane e arzilla, ancora invischiata nelle tentazioni amorose che sembrano correlare le sue indagini… anzi… spesso, come proprio in questo caso, diventano il motore trainante delle sue scoperte.

Ma ora vi racconto di questa nuova puntata delle investigazioni di questa simpatica Poirot.

Nel corso degli anni la sua agenzia investigativa ha avuto talmente tanto successo da potersi permettere di chiudere nei fine settimane. Ma la nostra simpatica e iperattiva protagonista non riesce a stare con le mani in mano… e se poi ci si mette di mezzo anche un affascinante uomo dagli occhi incredibilmente verdi… beh… la frittata è fatta e così si fa trascinare nella promozione della festa parrocchiale di un villaggio vicino a dove abita. Quale miglior occasione per poter approcciare George Selby, vedovo affascinante anche lui impegnato nell’organizzazione della medesima festa.

Ovviamente, con le sue conoscenze e agganci, la festa sembra avere una grandissima risonanza e il successo è garantito… così come l’introito economico che servirà al pastore del villaggio per la ricostruzione del tetto della chiesa.

Ma come in tutti i romanzi ben riusciti… qualcosa va storto e durante la gara per scegliere la migliore marmellata casalinga, due concorrenti muoiono in circostanze tragiche e alquanto bizzarre visto che erano proprio sotto effetto di sostanze allucinogene. Ma cosa c’era nelle marmellate assaggiate ma, soprattutto, chi e perché lo ha messo?

Le indagini di Agatha scoperchiano una realtà ben diversa dall’apparenza e che si direbbe tipica di un paesino di periferia come Comfrey Magna. Riesce, infatti, a far emergere invidie, rancori, falsità, amori e ripicche portando quindi alla luce del sole intrighi, bugie e sotterfugi che diventano fondamentali per la risoluzione del caso… anzi… dei casi.

Una cucchiaiata di veleno è il 19° libro della saga dedicata a Agatha Raisin, anche se non serve aver letto i romanzi precedenti per apprezzarla.

Un altro romanzo dell’autrice scozzese Beaton magistralmente costruito e scritto in maniera estremamente scorrevole, divertente nonché eleganza tanto che si arriva alla fine senza nemmeno essersene accorti.

Perché me ne sono innamorata? Perché amo i gialli, ma screziati di humor in modo da non farli diventare noiosi o monotoni. Cosa ottenuta anche dal ritmo incalzante capitolo dopo capitolo. Inoltre, la protagonista ha un che di unico, è divertente, arguta, ma anche scorbutica ma non troppo ed è impossibile non amarla.

Poi, la cosa che mi ha fatto appassionare alla protagonista è che non si approccia ai suoi casi da risolvere in maniera razionale e ragionata ma totalmente istintiva e spesso anche sprovveduta.

Ora vorrei invece fare un focus su Agatha, giusto per contestualizzarla.

Agatha è una donna molto complessa, che ha raggiunto la cinquantina e i primi ciuffi bianchi e il dolore all’anca (che sa essere artrite) testimoniano il passare del tempo anche per lei. Ma lei non sembra volerlo accettare e la sua vulnerabilità è indirizza la rende ancora più umana, soprattutto quando mostra di paragonarsi sempre a Toni, la giovane e attraente collaboratrice che spesso le “ruba” la scena facendole desiderare di boicottarla nonostante la sua bravura in campo professionale. Senza considerare la sua costante paura di rimanere sola, che la porta a infatuarsi e incaponirsi di uomini improbabili e totalmente inappropriati per lei, nonostante si ritrovi sempre a sostenere che lei, con gli uomini, ha chiuso.  

Un romanzo dalla narrazione scorrevole e molto piacevole, che intrattiene e diverte ed è perfetto come compagnia estiva ma non solo.

Abbinamento (Sommelier Silvia Menini)

No, niente vino… ma un buon gin scozzese. Per rendere omaggio alla scorbutica protagonista che ha una passione per il gin Tonic e, allo stesso tempo, anche all’autrice che è proprio di origini scozzesi.

E quale cocktail migliore da sorseggiare durante la lettura di questo giallo dallo humor sopraffino?

Azienda: Tanqueray

Bevanda: Gin “N°Ten”   

Tipologia: Distillato

Gradazione: 47,3%

Temperatura di servizio: 6-8°C

Vista: Cristallino

Olfatto: Al naso spiccano note agrumate, toni di erbe botaniche e cenni floreali di camomilla.

Gusto: Al palato è fresco, avvolgente e leggermente speziato.

Abbinamenti: Cocktail party

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