Ti telefono stasera di Lorenzo Marone

Titolo: Ti telefono stasera

Autore: Lorenzo Marone

Casa Editrice: Feltrinelli

Anno di edizione: 2025

Pagine: 256

Prezzo: 19 euro

Autore della recensione: Silvia Menini

Quando un padre smette di guardare il meteo e impara a guardare suo figlio

Giò Coppola ha cinquant’anni, legge le previsioni del tempo in tv (spesso sbagliandole) e nella vita sentimentale è più confuso di un temporale d’agosto. È il classico uomo che non ha ancora capito se vuole crescere o continuare a fare il turista nella propria vita. Poi succede la svolta: l’ex moglie parte per lavoro e gli lascia il loro figlio Duccio, nove anni e una saggezza da piccolo Buddha.

Da lì inizia il “maltempo emotivo”: risvegli caotici, colazioni improvvisate, compiti di matematica che sembrano scritti da Einstein sotto caffeina. Giò, che si sentiva un uomo libero, scopre che la libertà più grande è non sapere come si fa e provarci lo stesso. E Duccio, che di certezze non ne ha più molte, capisce che i papà sbagliano, sì, ma a volte sanno anche sorprenderti.

Intorno a loro ruota una famiglia che definirei meravigliosamente disfunzionale: una madre che dispensa consigli non richiesti (e guai a non seguirli), una sorella, Lulù, con due matrimoni falliti e una gatta diva che sembra giudicare tutti, e l’amico Paco Meraviglia — ottimista patologico e teorico dell’amore universale, quello che ti fa sentire in colpa solo per aver avuto una giornata “meh”.

Marone, con la sua solita penna dolceamara, ci regala una storia piena di ironia e malinconia, di pasticci e abbracci, di piccoli momenti che fermano il tempo. Ti telefono stasera è il ritratto affettuoso (e un po’ buffo) di un padre che cresce insieme a suo figlio — perché in fondo, i figli ti costringono a fare quello che da soli non faresti mai: diventare adulto.

E qui arriva il mio commento personale: ho sorriso, ho sospirato e, lo ammetto, ho pure fatto quella pausa da lettore in cui si guarda nel vuoto e si pensa “ok, questa frase me la tatuerei”.
Perché vivere, come scrive Marone, forse è proprio questo: un gesto ogni tanto che ferma il tempo, un pomeriggio che nessuno racconterà, ma che resta inciso da qualche parte.

Un romanzo tenero e un po’ sgangherato come la vita vera. Perfetto per chi ama le storie che fanno ridere, ma anche un po’ male (nel modo giusto).

Abbinamento (Sommelier Silvia Menini)

A questo commovente ma allo stesso tempo ironico e brillante romanzo ho scelto di abbinare uno spumante, proprio perché hanno in comune la briosità e le bollicine che stuzzicano il palato ricordano il ritmo incalzante del testo che fa girare una pagina dietro l’altra.

Ma, un Pas Dosè resta in linea con l’argomento non troppo “smelenso” che viene trattato: il ruolo di padre e il rapporto con il figlio che si impara a consocere quando “ci si trova costretti”.

Uno spumante fresco e raffinato, privo di residuo zuccherino e quindi perfetto per gli amanti dei vini tesi e affilati. Il carattere autentico delle uve.

Azienda: Camossi

Vino: Franciacorta DOCG Dosaggio Zero – Camossi

Denominazione: Franciacorta DOCG

Tipologia: Spumante

Vitigni: pinot nero, chardonnay

Gradazione: 12,5%

Temperatura di servizio: 6/8°C

Vista: Paglierino luminoso, con un perlage fine e persistente.

Olfatto: Delicato al naso dove evidenzia sentori floreali e minerali, accompagnati da aromi leggeri di crosta di pane.

Gusto: All’assaggio è cremoso, snello, caratterizzato da una giusta spalla acida.

Abbinamenti: Ottimo accanto ad antipasti di mare e crostacei, perfetto per la pizza

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