SCHEDA
Titolo: La porta proibita
Autore: Tiziano Terzani
Casa Editrice: Tea Editore
Anno di edizione: 2010
Pagine: 270 pp.
Prezzo: 9 Euro
Autore della recensione: Carla Manfredi
1.306.313,812. È il numero, da brivido, degli abitanti della Cina secondo il censimento del 2005.
Di fronte a un numero del genere veniamo assaliti da un senso di oppressione da sovraffollamento. Ma in fondo cosa sappiamo della Cina e del suo popolo, al di là del made in China che ormai pervade la nostra quotidianità?
Tiziano Terzani (1938 – 2004), giornalista e corrispondente di diverse testate nazionali ed estere è stato un profondo conoscitore del continente asiatico e della Cina in particolare. Risale al 1979 (tre anni dopo la morte di Mao) il suo trasferimento, con moglie e due figli piccoli, a Pechino, dove rimane fino al 1984, anno in cui viene arrestato per “attività controrivoluzionaria” e successivamente espulso.
“La porta proibita” racchiude il suo lungo soggiorno nella Repubblica Popolare Cinese di Deng Xiaoping, successore di Mao, spaziando dallo Xinjiang, ricca provincia ai confini con l’allora Unione Sovietica, alla Manciuria, base industriale della Cina; dalle Comuni Popolari dello Shandong a Qufu, dove nacque Confucio; dal Tibet occupato dalle truppe maoiste ai primi esperimenti capitalistici dello Shenzen e del Canton.
L’autore, con il suo consueto stile conciso ed essenziale, a volte al limite della freddezza tipica della cronaca giornalistica (ma non per questo neutrale) ci conduce da una regione all’altra di questa immensa nazione, mettendone in luce le forti contraddizioni e lo slancio spasmodico verso il “nuovo” costruito sulle ceneri di un passato millenario da rimuovere, seppur ricco di storia e tradizioni.
Leggiamo di favolosi templi che non esistono più, vittime di un regime ossessionato dalla distruzione di ogni traccia che rievochi lo stato imperiale ed oppressore; della “musica del cielo” prodotta dai grilli, allevati come da noi si allevano i gatti o i cani; del rigido controllo delle nascite attraverso la politica del figlio unico; del nostalgico ritorno alle scuole di Kung fu dei monaci Shaolin ormai in via di estinzione; di una Pechino imperiale di cui ormai non si ha più memoria.
La porta proibita spalancata da Terzani potrebbe essere, perché no, un preludio aspro e illuminante a un viaggio nella Cina del ventunesimo secolo, alla ricerca di smentite o inevitabili conferme.
(Firenze, Orsigna) > Toscana
ABBINAMENTO VINO: (Sommelier Silvia Menini)
Chianti Classico DOCG, un vino autoctono della terra natale di Terzani, Firenze. Un prodotto di grande autorevolezza e carattere proprio come il noto scrittore che si è imposto come giornalista e scrittore di importanti romanzi dall’imponente struttura che gli hanno donato una fama internazionale.
Zona: Firenze
Vino: Chianti Classico
Vitigni: Sangiovese 100%
Azienda: Vignamaggio Chianti Classico D.O.C.G.
Tipologia: Rosso
Titolo Alcolometrico: 13.5°
Annata: 2007
Temperatura di servizio: 18-20°
Prezzo: 12 euro
Esame visivo: colore rosso rubino intenso
Esame olfattivo: profumo altrettanto intenso, ricco di percezioni olfattive e persistente con sentori di frutta rossa come lamponi e more e di mammola.
Esame gusto-olfattivo: Sapore pieno e caldo. Accoglie piacevolmente il palato con sensazioni di estremo equilibrio, leggermente tannico che si affina col tempo fino ad arrivare al morbido vellutato.
Note:
Il consorzio denominato “Gallo nero” nasce per tutelare la produzione del Chianti Classico e si occupa principalmente della qualifica della promozione del vino.
Il simbolo del gallo nero è legato ad una leggenda che risale al 1200. Le allora repubbliche di Firenze e Siena erano divise da una rivalità storica e decisero di risolvere in modo definitivo il problema del confine che le affliggeva. Risolutrice di tale conflitto fu una gara di velocità tra due cavalieri che dovevano partire dalle rispettive città al primo canto del gallo e, il luogo del loro incontro, avrebbe determinato il punto da cui far partire il confine.
I Fiorentini, astuti, scelsero un galletto nero, messo precedentemente a digiuno, che cantò ben prima dell’alba, consentendo così al cavaliere di percorrere più strada.