Titolo: Un po’ di emozioni
Autore: Fernanda Pivano
Casa editrice: Fandango Libri
Anno di pubblicazione: 2002
Pagine: 126 pp.
Prezzo: 14,00 euro
Genere: autobiografia
Autore della recensione: Carla Manfredi
Le emozioni di tutta una vita, di un’esistenza ricca e strabordante di incontri, a fianco dei grandi della letteratura americana del Novecento. I ricordi vividi della scrittrice Fernanda Pivano racchiusi in questo piccolo libro, un flusso di pensieri, immagini e sensazioni che attraversano un pezzo del ventesimo secolo.
“Un po’ di emozioni” è il libro di ricordi destinato ad accompagnare il racconto per immagini di un documentario della Fandango, A Farewell to Beat, dedicato alla scrittrice Fernanda Pivano ed alla sua intensa vita, strettamente intrecciata con quelle altrettanto ricche e tormentate di scrittori quali Ernest Hemingway, Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Gregory Corso, Henry Miller e tanti altri.
In questo piccolo libro che è un po’ un flusso di pensieri, la Pivano (nata a Genova nel 1917 e scomparsa nel 2009) si abbandona, a volte con pudore altre volte con genuina sincerità, ai ricordi che hanno indissolubilmente legato la propria esistenza e maturazione letteraria a quella dei romanzieri e poeti che ha contribuito in prima persona a far conoscere in Italia, sfidando il gusto letterario dell’epoca e dell’establishment culturale. E’ grazie a lei, alla sua passione ed alla sua conoscenza della lingua e della cultura americana, che opere come l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, Addio alle armi di Hemingway, Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, On the road di Kerouac, Pasto nudo di Burroughs, le poesie di Gregory Corso e degli altri esponenti della Beat Generation hanno irrotto nella scena letteraria italiana, poco avvezza e alquanto impreparata, forse, ad accoglierli.
Non aspettatevi un’altra autobiografia, piuttosto lasciatevi trasportare dal flusso di immagini evocate dalle parole, che saltano dalla scena dell’ultimo “incontro” con Hemingway sulla sua tomba nell’Idaho, per poi proseguire a ritroso con le bombe della seconda guerra mondiale e la prima esperienza della censura nazi-fascista; il primo viaggio nel 1956 nei mitici ed idealizzati States e lo scontro con una lingua fino ad allora studiata solo sui libri; la cittadinanza onoraria di News Orleans ed i primi grandi viaggi intorno al mondo un po’ alla ricerca di stimoli ed un po’ alla ricerca di se stessa, attraverso l’apertura al buddhismo e le peregrinazioni letterarie e psichedeliche al fianco di Allen Ginsberg.
ABBINAMENTO VINO: (Sommelier Antonio)
A un libro che raccoglie alcuni dei ricordi più intensi e significativi di una vita abbiniamo un vino che viene prodotto solo in annate speciali: è l’Ottolustri, fiore all’occhiello dell’azienda friulana RoncSoreli, ottenuto da un piccolo vigneto impiantato nel 1968 proprio mentre Fernanda Pivano era impegnata a far conoscere agli italiani gli scrittori americani della Beat Generation. Il segreto di questo vino sta tutto nel momento della maturazione: se gli acini vengono colpiti dalla botrytis cinerea, la cosiddetta “muffa nobile” che provoca disidratazione e concentrazione delle sostanze aromatiche, si procede con una vendemmia graduale in più passaggi che può protrarsi fino a ottobre inoltrato. Come è scritto anche nel sito web dell’azienda “in vigna nasce il buon vino”: una volta che l’uva arriva in cantina, la mano esperta dell’uomo non deve far altro che trasferire l’eccellenza della materia prima nella bottiglia.
Azienda: Roncsoreli
Vino: Ottolustri
Vitigno: Friulano
Tipologia: Bianco
Denominazione: Venezia Giulia IGT
Titolo Alcolometrico: 14,5%
Temperatura di servizio: 12-14°
Esame visivo: giallo paglierino con riflessi dorati.
Esame olfattivo: intenso e complesso con note floreali, di frutta esotica e di miele.
Esame gusto-olfattivo: in bocca esalta l’equilibrio, la grande struttura e la persistenza, con un bel finale minerale.
Abbinamenti: formaggi stagionati, pesce, piatti molto aromatici in genere (anche speziati).