Titolo: Omicidi in pausa pranzo
Autore: Viola Veloce
Casa Editrice: Mondadori
Anno di edizione: 2014
Pagine: 236
Prezzo: 14,00 euro
Autore della recensione: Silvia Menini (recensione tratta da MRS)
Finalmente un libro da cui prendere spunto per il rientro al lavoro dopo le meritate ferie estive. No, no, scherzo… ovviamente! Omicidi sì, ma se oltre a dover schivare le frecciatine dei colleghi e l’animo pesante del capo dovessi anche cercare di scansare un serial killer aziendale… sarebbe veramente troppo.
Francesca Zanardelli lavora nell’ufficio di pianificazione e controllo di una azienda milanese. Succube della routine, rientra dalla pausa pranzo che ha fatto, come ogni giorno, con l’unico collega con cui parla da quando il futuro marito l’ha lasciata poco prima delle nozze. Prima di riprendere il lavoro, decide di andarsi a lavare i denti in bagno ma, una volta posizionata, con lo spazzolino in bocca, davanti allo specchio, ecco che nota delle scarpe fuoriuscire da sotto la porta del bagno. Riconosce anche la proprietaria di quelle scarpe: la collega Marinella Sereni, compagna (insopportabile) di scrivania. Decide quindi di controllare e, aperta la porta del bagno, riceve conferma ai suoi sospetti. La Sereni è stata ammazzata! Impiccata, per la precisione, durante la pausa pranzo. La corda bianca è rimasta ancora intorno al collo, mentre il corpo è stato sistemato in modo ordinato con le mani giunte. Francesca si trova così catapultata nel cuore di un caso (aziendale) di omicidio, essendo lei la principale testimone. Il killer però è stato bravo a non lasciare tracce e le indagini sembrano essere arrivate a punto morto finché… viene ucciso anche il sostituto della Sereni, che si era insediato nella scrivania lasciata libera di fronte a Francesca. E se fosse proprio lei che porta sfiga ai colleghi? O se fosse lei la prossima?
La madre è caduta in depressione per il timore di vedersi ammazzata l’unica figlia, mentre il padre è diventato tutto fare, mentre tenta in tutti i modi di dare corda alla moglie nella ricerca di un marito per la figlia che sembra passare la sua vita tra lavoro e casa.
Francesca non sembra però avere così fretta di trovarsi un nuovo potenziale marito, ma è invece concentrata sulla ricerca dell’assassino dei suoi colleghi, soprattutto dopo che viene (ingiustamente?) accusato il suo capo che si suicida in galera. Che sia una confessione implicita o solo un atto dettato dalla disperazione di essere stato accusato ingiustamente e di vedere la sua vita e la sua carriera distrutti in un solo attimo? E se non è lui… chi è? Un esterno o uno psicopatico interno all’azienda che si diletta, nei tempi morti (appunto) ad ammazzare i colleghi? Ed è un caso che gli ammazzati avessero in comune la poca voglia di impegnarsi al lavoro e fossero solo un peso per l’azienda e i colleghi costretti a sopportarli in silenzio?
I media non si tirano indietro a soffiare sul fuoco della paura che infesta l’azienda (soprannominata l’Azienda Omicidi) tanto che nessuno va più in bagno o in sala riunione da solo e vige un’atmosfera di puro terrore, in attesa della prossima vittima. Ma si sa… un contratto a tempo indeterminato, oggigiorno, è un bene prezioso da difendere anche a costo della propria vita. E mai battuta poteva essere più vera. Nel frattempo la vita privata di Francesca sembra non decollare, soprattutto perché non riesce a scrollarsi di dosso il quasi matrimonio andato a rotoli a poche ora dal fatidico sì. E certamente non per colpa sua.
La procura di Milano è in un vicolo cieco e questo sembra essere proprio uno di quei casi che rimarrà irrisolto ma… Francesca ha un’intuizione. E se avesse ragione lei? Come fare per scoprire se il killer aziendale è proprio chi pensa lei? Eccola quindi escogitare un piano a dir poco surreale ma che la porterà a risolvere, finalmente, il caso. Speriamo che non ci lasci la pelle…
Un libro pungente, divertente, che delinea in maniera ahimè (troppo) veritiera la realtà aziendale italiana dove un posto a tempo indeterminato va difeso con la vita, dove gli scansafatiche sono un peso e dove i sindacati sono ben lontani dall’essere di supporto ai dipendenti che si trovano sempre più soli e in balia delle decisioni che piovono dall’alto.
ABBINAMENTO VINO: (Sommelier Antonio Freda)
Omicidi a parte, le pause pranzo dovrebbero avere nella leggerezza e nella brevità i loro caratteri distintivi: è quindi necessario un vino che sappia coniugare freschezza e personalità, altrimenti la prudenza avrebbe gioco facile nel suggerire di limitarsi ad un “anonimo” bicchiere d’acqua per non compromettere il pomeriggio lavorativo. Questo Lugana ottenuto dal vigneto capostipite della Tenuta Santa Cristina, azienda storica della famiglia Zenato, soddisfa in pieno queste aspettative; speriamo solo che l’assassino ci conceda il tempo di degustarlo come si deve…
Azienda: Tenuta Santa Cristina
Vino: Vigneto Massoni
Tipologia: Bianco
Denominazione: Lugana DOC
Vitigno: Trebbiano di Lugana 100%
Grado alcolico: 13%
Temperatura di servizio: 10-12°
Esame visivo: giallo paglierino.
Esame olfattivo: intenso, con note floreali e fruttate (pesca e agrumi).
Esame gusto-olfattivo: equilibrato con una piacevole freschezza, buona struttura e persistenza aromatica.
Abbinamenti: antipasti di pesce, risotto agli asparagi.
Ti ho twittato. Sono ancora in vacanza e con una potenza neuronale molto ridotta. Ma l’articolo mi è piaciuto MOLTO e anche gli abbinamenti. Grazie e a presto.
Grazie mille! Aspetto il prossimo libro e intanto sorseggio un buon calice nell’attesa 🙂