Titolo: Il centenario che voleva salvare il mondo
Autore: Jonas Jonasson
Casa Editrice: La nave di Teseo
Anno di edizione: 21 marzo 2019
Pagine: 508
Prezzo: 22,00 euro
Autore della recensione: Silvia Menini
Sono Jonas Jonasson e sento il bisogno di dare una spiegazione. Non era previsto alcun seguito al libro sul centenario che saltò dalla finestra e scomparve. Molti lo avrebbero voluto, non ultimo il protagonista stesso, Allan Karlsson, che ha continuato imperterrito a vagabondare dentro di me e a richiamare la mia attenzione quando gli faceva comodo. […]
Avevo già espresso tutto quello che volevo dire sul secolo che forse si era rivelato il peggiore di tutti. L’idea di fondo era che se ci fossimo ricordati a vicenda gli errori e le mancanze del XX secolo, forse saremmo riusciti a conservarli nella nostra memoria e magari non avremmo corso il rischio di ripeterli. Avevo voluto diffondere quel messaggio con calore e umorismo. E presto il libro è stato pubblicato ovunque. Il mondo non è diventato tuttavia un posto migliore. [… ]
In qualche modo è rinata in me la necessità di dire qualcosa alla mia maniera. O a quella di Allan.
Con questa prefazione Jonas Jonasson inizia il suo ultimo romanzo in cui ritroviamo il mitico Allan alla soglia dei centouno anni sull’isola di Bali, in Indonesia. Non è però da solo, ma con il suo compagno di avventure e fidato amico Julius. Nonostante la compagnia, i due si ritrovano ben presto con i soldi che si stanno esaurendo e una noia che sta prendendo giorno dopo giorno il sopravvento.
Ma è proprio il giorno del compleanno di Allan che ha inizio tutto e i due amici si ritrovano ben presto in situazioni esilaranti come ormai siamo abituati a vedere. Il povero Allan viene così coinvolto in vicissitudini surreali, il tutto amalgamando alla perfezione la storia personale dei due a quella politica contemporanea. Infatti, è l’autore stesso che ci spiega il motivo di tale scelta.
Questo è un romanzo che riguarda avvenimenti contemporanei e che coinvolgono l’immediato futuro. Nella narrazione mi avvalgo di numerosi leader politici e di persone che fanno parte del loro entourage. La maggior parte di essi compare nel libro con il nome che ha nella realtà. Dal momento che i leader hanno la tendenza a guardare la gente più dall’alto verso il basso che al contrario, è legittimo sentirsi in diritto di strapazzarli un po’. Ciò non toglie tuttavia che in fondo anche loro non sono altro che esseri umani, e da questo punto di vista meritano un certo rispetto. A tutti questi potentati voglio dire: “Scusate.” E: “Accettate la situazione e cercate di trarne il meglio. Sarebbe potuta andare peggio.” Per concludere con: “E se fosse così?”
Ed è proprio grazie al protagonista e ai suoi modi tipicamente originali che il lettore viene trascinato all’interno delle vicende e nei meccanismi del potere globale facendo scoprire un lato più “umano” e intimo di personaggi che fino a oggi ci sono risultati un po’ lontani e distaccati come il dittatore della Corea del Nord o Trump quale nuovo Presidente degli Stati Uniti. La comicità, a cui ormai l’autore ci ha abituati, la fa sempre da padrona e alleggerisce il tutto, anche il duro regime coreano dalle sfumature tragiche, rendendo il romanzo estremamente piacevole e di facile lettura, tanto che non ci si accorge nemmeno il passare (indisturbato) delle oltre 500 pagine. Allan sembra non subire il peso dei suoi anni e, come farebbe un ragazzino alle prime armi, lo troviamo ad accompagnare Trump a una partita di golf, assecondando il suo carattere egocentrico. L’autore, grazie alla sua penna tattica e intelligente, riesce a far uscire l’uomo che è e il suo delirio di onnipotenza a cui ormai siamo abituati e che non ci sorprende poi del tutto. È impossibile non amare Allan, questo protagonista così stravagante che, con la sua ingenuità e semplicità, riesce a rendere il mondo in cui vive migliore e a scoprire le piccole gioie dei nostri tempi come un bambino. Ecco quindi che un tablet regalatogli dal direttore d’albergo di Bali diventa per lui una vera e propria scoperta che affronta con curiosità e dedizione andando però a cozzare col pessimismo cosmico del suo amico Julius. Le loro avventure deliziano e fanno divertire ed è impossibile non innamorarsi ancora una volta di questi personaggi che rimangono nel cuore.
Abbinamento (Sommelier Antonio Freda)
Facciamoci coinvolgere dalla comicità del libro e abbiniamo un vino il cui nome è tutto un programma, per non parlare dell’etichetta… Ovviamente dedicato al protagonista, perché devi essere un vero Machoman per raggiungere in strepitose condizioni la veneranda età di cento anni!
Azienda: Casa Rojo
Vino: Machoman
Denominazione: Jumilla Do
Tipologia: Rosso
Vitigno: Monastrell
Annata: 2017
Grado alcolico: 14,5%
Temperatura di servizio: 18°
Vista: Machoman, di per sé, è già rosso rubino intenso, quindi cercate di non stuzzicarlo!
Profumo: per l’occasione Machoman si è lavato e si possono apprezzare tutte le sue sfumature balsamiche, anche se le note tostate di caffè tradiscono i luoghi che è solito frequentare…
Gusto: un po’ di legnate… ops… legno (rovere francese) per renderlo meno ruvido e piacevole da bere, nonostante la struttura imponente…
Abbinamenti: per una serata all’insegna dell’allegria e delle risate, senza privarsi del gusto di bere un buon calice di vino.