Titolo: L’ombra del vento (La sombra del viento)
Autore: Carlos Ruiz Zafón
Casa Editrice: Arnoldo Mondadori editore
Anno di edizione (in Italia): 2004
Pagine: 439 pp.
Prezzo: 13 Euro
Autore della recensione: Antonella Savarese
Suggerimenti per abbinamento vino: Frizzantino, intrigante, da scoprire sorso dopo sorso…
Un libro nel libro, un caso letterario premiato dal passaparola dei lettori: Zafón, giornalista spagnolo al suo esordio letterario, ci conduce nei recessi di una Barcellona misteriosa intrecciando in sinuosi parallelismi le vicende del giovane protagonista Daniel con quelle di Juliàn Carax, l’autore di un libro scoperto nel Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all’oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo … “Questo luogo è un mistero, Daniel, un santuario. Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso .. Noi li vendiamo e li compriamo, ma in realtà i libri non ci appartengono mai. Ognuno di questi libri è stato il miglior amico di qualcuno..”
Siamo nel 1945, dal passato emergono echi lontani che riconducono al presente passioni illecite, amori impossibili, odi implacabili e amicizie indelebili. Sullo sfondo domina una città ferita dalla guerra civile e dalle cicatrici lasciate dal franchismo.
Cosa può racchiudere un libro di così inquietante da alterare il filo dell’esistenza di Daniel? La risposta va inseguita nell’ombra che si aggira per i vicoli bui delle strade di Barcellona, un’ombra dove il viso non è altro che una maschera di cuoio scuro e spesso, una faccia divorata dal fuoco, un’ombra che si fa chiamare Lain Coubert.
Diversi e variopinti sono i personaggi che animano questo romanzo, c’è Fermin Romero de Torres, mendicante cui i tormenti della vita non sono riusciti a domare
l’altruismo e la parlantina, c’è Bea che tanto ricorda la giovane Penelope del “libro dimenticato” e soprattutto c’è Daniel che scavando nella vita di Juliàn indaga dentro se stesso.
A volte le parole non bastano per racchiudere un’emozione, e la lettura di queste pagine ne può dare conferma, va bevuto d’un fiato sfiorati dalla carezza di un alito di vento.
Una citazione:
“Il vento non ha una, ma infinite ombre che ci sfiorano quotidianamente e che non ci soffermiamo a guardare …”
ABBINAMENTO VINO: (Sommelier Silvia Menini)
Il Pinot nero è considerato uno dei vitigni più nobili al mondo, ma anche il più difficile da interpretare e che pone di fronte a degustazioni spesso complesse. É anche il vitigno utilizzato per i grandi champagne Quale meglio di questo vitigno può essere di spirito più affine alla penna di Carlos Ruiz Zafón?
Zona: Casteggio (PV) (Oltrepò Pavese)
Vino: Pinot nero vinificato in bianco Swing
Vitigni: Pinot nero 100%
Azienda: Picchi
Tipologia: Bianco frizzante
Titolo Alcolometrico: 12,5° vol
Temperatura di servizio: 8-10° C
Esame visivo: giallo paglierino, luminoso e brillante
Esame olfattivo: Profumo fine, delicato, fragrante, con note di mela golden e pesca, oltre che fiori bianchi che conferiscono un tocco delicato
Esame gusto-olfattivo: Al palato risulta essere fresco, elegante, pieno e con ottima persistenza
Abbinamenti: antipasti di mare, primi a base di pesce, minestre, carni bianche
Note:
Il termina pinot deriva dalla parola “pigna”, e significa “piccola pigna”, ad indicare sia la modesta dimensione del grappolo, che la caratteristica di avere gli acini fitti, appressati, che ricordano appunto una pigna.