Titolo: La famiglia Spellman
Autore: Lisa Lutz
Casa Editrice: Mondadori (Strade blu)
Anno di edizione: 2008
Pagine: 362 pp.
Prezzo: 17 Euro
Autore della recensione: Carla Manfredi
Siete gelosi della vostra privacy e insofferenti verso ogni forma di intromissione nella vostra vita e nei vostri spazi? Allora non leggete “La famiglia Spellman”!
O forse no, leggerlo potrebbe in qualche modo essere catartico.
Immaginatevi una strampalata famiglia californiana in cui tutti, o quasi, i membri portano avanti l’attività della Spellman Investigations, agenzia di investigazioni private al limite della decenza, direbbe oggi il nostro caro Garante per la protezione dei dati personali.
Izzy, la giovane protagonista, si guadagna da vivere seguendo le persone, insomma ficcando il naso nelle cose altrui, a volte legalmente, altre volte in modo eticamente discutibile. La sua carriera è iniziata precocemente a quattordici anni e si è arricchita di casi sempre più complessi e rocamboleschi, tanto quanto la sua vita, costellata di insuccessi sentimentali (non esenti da pedinamenti e controlli sui trascorsi personali dei fidanzati degni di una Jessica Fletcher del ventunesimo secolo) e di scontri quotidiani con gli altri membri della famiglia.
David, il primogenito, è il figlio modello, l’unico ad aver rifiutato l’attività famigliare e ad aver seguito una strada socialmente più rispettabile, quella dell’avvocatura.
Tanto David rappresenta la perfezione e l’irreprensibilità, quanto Izzy è il caos esistenziale fatto persona. Da non perdere l’elenco degli ex ragazzi da lei redatto, in cui per ognuno sono riportate le ultime parole che il povero malcapitato ha pronunciato prima di mollarla definitivamente. Una per tutte: “hai fatto un controllo creditizio su mio fratello?”.
Rae, quattordicenne capricciosa, è l’ultima arrivata in famiglia, è astuta al limite del diabolico, insomma un concentrato di Izzy all’ennesima potenza.
Infine c’è il vecchio zio Ray, ex poliziotto miracolosamente scampato alla morte, dedito alla bottiglia ed al gioco d’azzardo pesante e incline a scomparse periodiche.
Le vite dei personaggi, fatte di pedinamenti, fughe, sospetti reciproci, ruotano attorno alla stanza degli interrogatori, lo scantinato in cui i coniugi Spellman hanno messo in pratica un interessante ed originale metodo educativo basato sul rigido protocollo degli interrogatori di polizia (potrebbe fornire spunti stimolanti di riflessione a qualche genitore a corto di idee).
A rendere ancora più coinvolgente il romanzo si aggiunge un caso rompicapo apparentemente irrisolvibile, uno di quei cold cases (casi irrisolti) che solo delle menti contorte possono riportare alla luce.
L’armonia in casa Spellman arriva finalmente con la sottoscrizione di un contratto che impone limiti molto interessanti alla violazione della privacy altrui, una sorta di protocollo d’intesa sul potere di ficcare il naso nelle vite degli altri.
Da prendere assolutamente in considerazione!
ABBINAMENTO VINO: (Sommelier Silvia Menini)
Un libro divertente, frenetico, vario e simpatico, dai contorni ben caratterizzati. Un vino bianco, leggero, californiano proprio come l’ambientazione del libro e “disimpegnato” permette di assaporare al meglio questo libro.
Zona: California, Livermore Valley
Vino: 2008 CONSERVANCY CHARDONNAY
Vitigni: 100% Cardonnay
Azienda: Concannon
Tipologia: Bianco
Titolo Alcolometrico: 13,5%
Temperatura di servizio: 8-10°
Esame visivo: giallo paglierino con riflessi dorati
Esame olfattivo: Si percepisce al naso la mineralità e profumi di agrumi, pesca, pera e ananas e un leggero sentore di mela.
Esame gusto-olfattivo: Un vino dal profilo fruttato, croccante e ricco in bocca. Secco e fresco.
Abbinamenti: Piatti a base di verdure, pollo, maiale