Titolo: Pazze di me
Autore: Federica Bosco
Casa Editrice: Mondadori
Anno di edizione: 2012
Pagine: 201
Prezzo: 14,90 euro
Autore della recensione: Silvia Menini (pubblicato in Mondo Rosa Shokking)
Se c’è una cosa che detesto sono i proverbi.
Quello che odio più di tutti in particolare è: “C’è sempre una prima volta”. Sì, è vero, una prima volta c’è sempre, ma di solito non è un granché.
Sono molto più importanti le ultime volte.
In realtà, la vita è solo un’incredibile collezione di “ultime volte”.
L’ultima volta che ti cantano una ninna nanna, l’ultima volta che esci dal cancello della tua scuola, l’ultima volta che baci la persona che ami, l’ultima volta che ti addormenti senza bisogno del Valium.
Ma non c’è mai nessuno ad avvertirti che quella che stai vivendo è l’ultima volta, anzi, di solito non te ne accorgi nemmeno.
Il fatto è che quando sei piccolo credi che tutto ti sia dovuto e che tutto rimanga esattamente come quando hai tre anni: i parenti che ti fanno le foto, i regali e sono ossessionati dal fatto che tu dorma, mangi e caghi, ed è tutto un sorridere, battere le mani e fare facce stupide.
Poi, però, arriva un giorno in cui puoi essere morto soffocato nel tuo vomito e a nessuno importa più un fico secco, così ti trovi da solo a gridare: “Hei! C’è nessuno?” e allora capisci che, o ti fai andare bene tutto quello che arriva dopo, o puoi spararti un colpo in testa.
Cinico? No, realista. Ma forse è il caso che io cominci dall’inizio.”
Andrea ha trentacinque anni, ma porta ancora i segni dell’abbandono paterno. “Ora sono cazzi tuoi”. Ecco le ultime parole che gli sono state dette da quello che credeva essere Bobbo Natale e invece era solo il padre in fuga la vigilia di Natale.
Da allora si trova accerchiato da sette femmine: la madre iperprotettiva, tre sorelle che l’hanno preso come punto di riferimento per tutto, la nonna genio della fisica ma malata di alzheimer , la badante Stanka e la cagnolina. Monopolizzato dalla propria famiglia, non riesce ad avere una vita propria e nemmeno, ancor peggio, una fidanzata che possa resistere alle grinfie delle sorelle e della madre. La sua vita è scandita da un perpetuo barcamenarsi tra una richiesta e l’altra, le paturnie di una sorella e le ire dell’altra. E non ha nemmeno un lavoro stabile!
Un giorno però incontra Giulia e se ne innamora perdutamente. Giulia è dolce, sicura di sé, talmente determinata che è riuscita a non soccombere al volere del padre e ha preferito seguire la propria strada professionale. Riuscirà a far cambiare Andrea e a costruire un futuro con lui?
Un libro divertente, irriverente, che fa vedere uno scorcio di vita del classico mammone che ricerca (a parole) l’indipendenza ma non si impegna nemmeno troppo per ottenerla.
Solo alla fine capirà cosa deve fare per far cambiare le cose. Un libro sul cambiamento, sulla volontà e… sull’amore, quello vero. Forse.
ABBINAMENTO VINO: (Sommelier Silvia Menini)
Un libro brioso, frizzante, ma che non si accontenta di essere superficiale e ci stupisce con continui scorci sulle problematiche dei giovani di oggi. Un vino leggero ma non banale.
Zona: Modena
Vino: Lambrusco di Sorbara rosso
Vitigni: Lambrusco di Sorbara: 60-100%. Lambrusco Salamino: 0 – 40%
Tipologia: Vino frizzante rosso secco
Titolo Alcolometrico: 10,5%
Temperatura di servizio: 10- 12 °C
Esame visivo: Rosso rubino chiaro con riflessi violacei, brillante, perlage fine e persistente; con spuma vivace ed evanescente, molto compatta.
Esame olfattivo: Presenta sentori di viola, frutta rossa, amarena, mirtillo e confetture di ciliegie. Ma anche mela cotogna, zucchero di canna, note verdi, mandorle fresche, iris, ribes rosso, foglia di fico, erbe aromatiche.
Esame gusto-olfattivo: Rotondo. Sapido, pieno ed armonico.
Abbinamenti: L’abbinamento perfetto è con la cucina emiliana, composta principalmente da prodotti ricchi di grassi e aromi. Ottimo con grana e parmigiano-reggiano. E con minestre.
Note: Esistono quattro tipi di Lambrusco DOC: il Lambrusco rosso Salamino di Santa Croce secco o amabile, il Lambrusco di Sorbara che può essere rosso o rosé, secco o amabile il Lambrusco Reggiano, rosa e dolce o rosso e secco e il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro secco o amabile.
Il primo prende il nome dalla forma dei suoi grappoli che ricordano quelli dei salami, ha un colore scurissimo e una schiuma viola e un corpo medio. Quello di Sorbara è il più pregiato tra tutti e viene prodotto nella provincia di Modena. È un vino leggero con aromi di fragole, lamponi e ciliegie. Il Lambrusco Reggiano ha una schiuma vivace, evanescente e presenta dei sentori fruttati e floreali, con un gusto fresco e fragrante. Il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro presenta note aromatiche e ha una schiuma color ciliegia e un naso molto più ampio rispetto agli altri.
Alla lista se ne aggiunge un altro: il Lambrusco Mantovano, DOC, è molto leggero e dall’aroma fruttato.