Titolo: La casa del sonno
Autore: Jonathan Coe
Casa Editrice: Feltrinelli
Anno di edizione: 2008
Pagine: 305 pp.
Prezzo: 8 Euro
Autore della recensione: Gabriella Massa
La casa del sonno è un romanzo onirico, immaginifico, a tratti surreale. Diviso in due piani temporali, alterna a un capitolo ambientato nei primi anni Ottanta uno calato nel 1996, trascinando il lettore dall’inizio della storia dei personaggi alle conseguenze delle loro più piccole azioni. Forse una metafora della vita che non si sviluppa mai lineare, in cui i ricordi e il presente si rincorrono in modo incalzante e tutti i nodi si sciolgono alla fine della storia, in una geometria perfetta di simmetrie e incastri.
La vicenda ruota intorno a due personaggi: Terry, giornalista specializzato in cinema che non dorme mai, e Sarah, un’insegnante che invece è narcolettica. Intorno a loro ruota una carrellata di personaggi differenti, tutti abitanti dell’austera Ashdown, la casa del sonno appunto. Jonathan Coe riesce a dar vita ai suoi incredibili personaggi integrandoli perfettamente in un turbinio di vicende che si snodano quasi sospese tra sogno e realtà, e trascina il lettore in un’ambiguità che non gli consente di comprendere cosa stia accadendo realmente e cosa, invece, sia immaginato dai protagonisti.
Vero protagonista del libro e filo conduttore della trama è il sonno, e il rapporto conflittuale che i vari personaggi hanno con esso: chi cade addormentato in ogni occasione e fa sogni talmente realistici da confonderli con la realtà, chi passa più tempo possibile a dormire per fare sogni meravigliosi che poi dimentica al risveglio, chi non riesce a dormire bene e chi non dorme affatto, chi dorme troppo e chi dedica la vita al tentativo di non dormire mai.
Lo squilibrio patologico tra veglia e sonno e la percezione, anch’esse patologica, del rapporto tra queste due fasi possono essere interpretati come un riflesso della vita stessa: i personaggi, che da giovani combattono le proprie nevrosi e i propri sogni, in età adulta lottano con la frustrazione della caduta di quei sogni e con la constatazione di essere persone diverse da quel che avrebbero voluto.
ABBINAMENTO VINO: (Sommelier Antonio)
E’ il turno di un vino che attraverso la sua morbidezza metta d’accordo tutti i personaggi del libro alle prese con i loro problemi interiori. Nicola Ferri porta avanti con sapienza l’azienda di famiglia e cerca di trasmettere nei propri vini il calore della terra pugliese: un esempio riuscitissimo è il suo Memor, il cui nome è stato scelto dal produttore in onore dei suoi avi.
Zona: Puglia
Azienda: Cantine Ferri
Vino: Memor
Tipologia: Rosso
Denominazione: Puglia IGT
Vitigno: Primitivo
Titolo Alcolometrico: 16,5%
Temperatura di servizio: 16°-18°
Esame visivo: rosso rubino impenetrabile.
Esame olfattivo: intenso, prevalgono le note di frutta sotto spirito e di cioccolato.
Esame gusto-olfattivo: corposo, equilibrato e lunghissimo, con un residuo zuccherino che aumenta la piacevolezza. Qualcuno potrebbe scambiarlo per un Amarone della Valpolicella…
Abbinamenti: ottimo con formaggi stagionati e piccanti, ma anche da solo come vino da meditazione, magari per conciliare il sonno…