Titolo: Non c’è niente che non va, almeno credo
Autore: Maddie Dawson
Casa Editrice: Giunti
Anno di edizione: 2014
Pagine: 384
Prezzo: 15,90 euro
Autore della recensione: Silvia Menini (recensione tratta da MRS)
Un libro che tocca il cuore e non lo lascia più andare. Un romanzo sul cambiamento, sulla famiglia e sul coraggio di amare, scritto con una penna dolce ma anche ironica, melanconica ma con sfumature divertenti.
Rosie e Jonathan sono una coppia consolidata da anni di convivenza. Una coppia che non ha mai sentito l’esigenza di sposarsi né tanto meno di formare una famiglia e, nonostante tutti i loro amici siano sposati e abbiano già procreato, loro vivono felici nella loro decisione di bastarsi l’uno con l’altro.
Un sabato mattina, in uno degli ormai rari momenti di intimità, il telefono squilla e sarà proprio quella telefonata che darà una svolta alla loro vita. La passione di Jonathan per il collezionismo di tazze di porcellana può, infatti, trasformarsi in una vera e propria professione. Ma come affrontare un trasferimento in California per aprire un museo e abbandonare la famiglia e gli amici? Jonathan però affronta questa bella notizia con un gesto che ormai non era nemmeno più nelle speranze di Rosie: le si inginocchia davanti e la chiede in sposa. Meglio tardi che mai, del resto, ma per Rosie questa è una vera e propria sorpresa. La prima persona a non dimostrarle grande entusiasmo è proprio l’energica nonna ultraottantenne Soapie, che ha sempre spronato la nipote a osare nella vita e a combattere per realizzare i propri sogni, senza accontentarsi di quello che la vita, nella sua mediocrità, spesso ci offre.
“L’ho fatto per Rosie e in cambio le chiedo solo di promettermi che vivrà la sua vita con un po’ di passione. Voglio che sfrutti appieno il suo potenziale, invece di starsene seduta qui a sprecare i suoi giorni.”
E Rosie, seduta lì, ha una rivelazione accecante, se è questa la parola giusta. Per la prima volta sua nonna, folle e impetuosa, può anche essere ubriaca e crudele ma ha ragione. In effetti, cosa sta combinando nella vita? È questo che voleva davvero?
Per colorare il già complicato quadretto, ecco un’altra sorpresa per Rosie che si vedrà costretta a decidere se prendere finalmente in mano la propria vita ed essere finalmente felice.
Un romanzo che insegna che nella vita non è mai troppo tardi per cambiare e che spesso è proprio il destino che ci mette in mano tutti gli strumenti per farlo con successo.
Maddie Dawson è cresciuta in Florida. Prima di diventare scrittrice a tempo pieno ha svolto i lavori più disparati, tra cui la supplente d’inglese, la commessa, la domestica, la cameriera, la giornalista freelance e la dattilografa di uno psichiatra, tutti fonte di spunto per le sue storie future. Attualmente vive in Connecticut con il marito e tre figli. Facciamo finta che non sia successo niente (Giunti 2011) il suo romanzo d’esordio, è stato un bestseller che ha scatenato un irrefrenabile passaparola, conquistando lettrici di tutte le età. Il libro, ristampato più volte, ha riconfermato il suo successo anche nelle numerose edizioni in formato tascabile.
ABBINAMENTO VINO: (Sommelier Antonio Freda)
“Non c’è niente che non va, almeno credo”: più o meno è quello che ho pensato quando ho assaggiato per la prima volta Le Pergole Torte. Non un’annata qualsiasi, ma la 1990: per questo la mia prima impressione è stata un misto di piacere e incredulità, perché in questo vino di quasi 25 anni non sono riuscito a trovare alcun difetto. “Nella vita non è mai troppo tardi per cambiare”: lo pensò anche Sergio Manetti quando quaranta anni fa decise di lasciare la sua attività di industriale nel settore siderurgico per dedicarsi completamente ai suoi vigneti nelle colline del Chianti. Una scelta azzeccatissima.
Azienda: Montevertine
Vino: Le Pergole Torte
Annata: 1990
Denominazione: Toscana IGT
Vitigno: 100% Sangiovese
Grado alcolico: 14%
Temperatura di servizio: 18°
Analisi visiva: rosso granato
Analisi olfattiva: profumo fine, fra i numerosi sentori spicca un’elegante nota balsamica.
Analisi gusto-olfattiva: entrata pulita in bocca, si nota ancora la spalla acida che fa pensare a una continuazione della longevità, finale morbido e lunghissimo.
Abbinamenti: coscia d’oca arrostita croccante con purè tartufato.