Titolo: Quando meno te lo aspetti
Autore: Chiara Moscardelli
Casa Editrice: Giunti
Anno di edizione: 2015
Pagine: 272
Prezzo: 14,00
Autore della recensione: Silvia Menini (tratta da MRS)
Siamo cresciute con il mito della metà mela. Ma siamo davvero una moltitudine di metà che viaggiano alla ricerca del proprio completamento?
Penelope Stregatti, barese di origine ma milanese di adozione, è convinta di sì. Perché così le ripeteva sempre la nonna da piccola e della nonna, che di professione fa la cartomante e di certe cose se ne intende, ci si deve fidare!
Ero cresciuta convinta che la felicità derivasse esclusivamente dall’avere o meno un uomo accanto. Come la storia della mela.
Nonna Berta la spaccava in due e mi diceva che io ero la metà a destra.
«E quell’altra?» le chiedevo indicando la metà a sinistra.
«La troverai. Quando meno te lo aspetti.»
«E se invece non la trovassi?»
A quel punto alzava le spalle e se la mangiava, l’altra metà non la mia.
Ero una mezza mela, quindi.
È arrivata così a trentasei anni con la convinzione di essere incompleta senza un uomo. Ma la cosa peggiore è che, di uomini, all’orizzonte, mica se ne vedono poi così tanti! E allora che fare? Dopo una laurea, due master in giornalismo e cinque lingue parlate quasi alla perfezione… si potrebbe pensare che la carriera potrebbe essere un buon punto di partenza per trovare soddisfazione dalla propria vita e invece… lavora come addetta stampa in una multinazionale di pannolini, la Pimpax Spa e, nel tempo libero, scrive test sessuali per “Girl Power”, un settimanale femminile sulla cui bontà pure lei ha i suoi dubbi.
Ogni tanto rilegge la lista dei desideri compilata a sedici anni, quando ancora credeva che le cose potessero andare per il verso giusto. In vetta c’è ovviamente il grande amore, quello con la A maiuscola, anche se, di fatto, incontra solo uomini in cerca di sesso… con la esse minuscola. E ultimamente nemmeno quelli! Per fortuna che è circondata da amici fedeli che l’aiutano in questa impresa a dir poco tragicomica che è la sua vita. Federico, lo sceneggiatore, Letizia, l’avvocato, e Bianca, l’antiquaria. Tutti a sostenere la sua ricerca di un avvenimento che le possa cambiare la vita. E poi, una sera che aveva bevuto un po’ troppo, ecco che investe un uomo con la sua bicicletta, rompendogli una gamba. Albert Ristori. Sì, sì, proprio come il Conte Ristori che lei ama alla follia.
Il conte Ristori, senza il costume però.
Stesso cognome, stessa fisionomia e fascino. Insomma… proprio un colpo di… fortuna! Purtroppo però mentre lo assiste al pronto soccorso si presenta una donna, una di quelle con cui paragonarsi è impossibile e, quando si risveglia dopo essere svenuta per una ustione al polpaccio, lui è sparito, portandosi via l’unica possibilità che lei aveva di costruire un futuro con l’uomo della sua vita. Ma che fine avrà fatto?
«Quello che vorrei sapere io» concluse Federico «è se il tuo invaghimento per Ristori è reale o rientra nel quadro delle tue psicosi.»
«Quali psicosi? Io non ho psicosi.»
«Dicono che il primo passo verso la guarigione sia ammettere di avere dei problemi.»
«Appunto, non lo ammetto perché non ne ho.»
«Quindi a te sembra normale innamorarti di un ragazzino che ti tira la cacca, di un uomo che va a vivere in Australia e di uno schizofrenico?»
«Non è colpa mia se incontro solo uomini così.»
Un mese dopo, alla Pimpax, si presenta un consulente incaricato di ristrutturare l’azienda. Riccardo Galanti. Ma è proprio lui, il famigerato Alberto Ristori e ha pure la gamba fasciata, a testimonianza del fatto che Penelope non si è sbagliata. E allora perché fa finta di non conoscerla e si fa addirittura chiamare in un altro modo? Il diventare la sua segretaria e di essergli sempre costantemente al fianco, forse può esserle di aiuto a scoprire la verità. E se avessero ragione invece i suoi amici e quella sera in bicicletta era talmente ubriaca da essersi sbagliata sul suo Principe Azzurro?
Mi incupii. Ero talmente presa dal mistero “Galanti” che, se non mi avesse fatto notare come si era conclusa la serata, non mi sarei mai ricordata di avere perso un momento importante. Quando si era avvicinato stava per dirmi qualcosa. Mi aveva accarezzato una guancia, potevo ancora sentire il suo calore. E, per colpa di un dente, lo avevo allontanato. Troppe cose a cui pensare. La mia vita stava cambiando a una velocità inaudita, non riuscivo a starle dietro. Nel giro di poche settimane ero andata a Parigi, mi ero innamorata e avevo commesso più di una pazzia. A un ritmo del genere avrei potuto anche rifarmi le tette.
Un romanzo divertente ma che fa riflettere, scritto con una penna ironica che non lascia spazio alla tristezza.
Abbinamento vino (Sommelier Silvia Menini)
Per una alcolizzata come Penelope Stregatti ci vuole un vino con un vitigno importante ma che non sia troppo pesante, soprattutto perché il romanzo a cui lo abbiniamo tratta un tema molto importante, ma in maniera molto ironica e scanzonata. Ma, soprattutto, un vino della sua terra, Bari, che sia in abbinamento anche a uno dei tanti piatti che si vede arrivare per posta: le orecchiette alle cime di rapa.
Azienda: Cantina Sociale Brancasi
Vino: La Galatea Brindisi Rosato DOC
Denominazione: Brindisi Rosato DOC
Vitigno: 75% Negroamaro 25% Malvasia nera
Grado alcolico: 13%
Temperatura di servizio: 12-14°
Aspetto visivo: Rosa corallo, tendente al cerasuolo tenue.
Aspetto olfattivo: Delicato, leggermente fruttato delicato e caratteristico.
Aspetto gusto-olfattivo: Asciutto armonico, gradevolmente amarognolo
Abbinamenti: Accompagna antipasti all’italiana, zuppe di pesce e pesce al forno. E ovviamente… orecchiette alle cime di rapa.