Titolo: La mia vita e altri difetti
Autore: Sarah Kuttner
Casa Editrice: Giunti
Anno di edizione: 2013
Pagine: 272
Prezzo: 12
Autore della recensione: Silvia Menini (tratta da MRS)
«La depressione è proprio bastarda!»
Accidenti!
Il mio nuovo psichiatra si crede una popstar.
Karoline è una trentenne simpatica, con un bel lavoro, un fidanzato e tanti amici. Sembra la vita che tutti desidererebbero, ma lei deve invece combattere giornalmente con una forte emotività che, il più delle volte, la destabilizza, fino a trascinarla in attacchi di panico e una depressione che le rende difficile rapportarsi con gli altri.
«Non ci credo!» dico con coraggio, alla fine della mia riflessione.
«Io non sono affatto un tipo triste, non rimugino a lungo sulle cose, non ho problemi di insonnia e non ho disturbi relazionali!» Gli snocciolo tutti i sintomi tipici della depressione.
Lei si definisce difettosa e impegnativa, e sicuramente non è facile capire i suoi momenti in cui vede tutto nero, in cui ingigantisce qualsiasi cosa e non riesce a prendere il controllo della propria istintività. Per non parlare degli attacchi di panico che le spezzano il fiato e non lasciano spazio ad altro se non una paura folle di morire.
Le lacrime avrebbero soltanto l’effetto di annebbiare la vista. E sarebbero deleterie perché quando la paura attacca, bisogna vederci molto chiaro altrimenti non si riesce a mettersi al sicuro in tempo. Solo che, nel caso degli attacchi di panico, scappare è impossibile. Perché si va soltanto a sbattere contro le pareti del cranio. La paura è una brutta bestia, un animale gigantesco e mostruoso che ti vuole acchiappare. E che prima o poi ti acchiappa davvero, perché se continui a ignorarla, la paura diventa così potente che alla fine non puoi far altro che arrenderti.
Vorrebbe parlarne, ma solo sua madre riesce a capire veramente cosa prova, perché lei stessa ne ha sofferto e la può comprendere fino in fondo. Nemmeno il fidanzato sembra riuscire a starle vicino, anche perché entrambi si rendono conto che è una relazione che viene trascinata avanti senza trasporto e più per inerzia che per vero amore.
Dovrà convivere per sempre con attacchi di panico e depressione? La strada per uscirne sarà proprio guardarsi dentro, accettare il suo essere diversa e capire che a tutto c’è una via di uscita. E la risposta è proprio in se stessa.
Un romanzo molto introspettivo, che sviscera in profondità una malattia che è ancora difficile da capire, la depressione, ma scritto con una penna ironica e per nulla pesante.
Abbinamento (Sommelier Silvia Menini)
Una sensazione di paura che cresce, un attacco di panico, una crisi depressiva. Questa storia riguarda ciascuno di noi. E proprio per questo dobbiamo scegliere un vino che sia alla portata di tutti, complesso sì ma che non sia troppo opprimente. Un vino che si lasci bere per la sua semplicità e gradevolezza, che contrasti il carattere introspettivo della protagonista ma che rafforzi invece la sua ironia. Un vino il cui nome “Arlandino” richiaa quello di una maschera: “Arlecchino” perché è forse quello che manca alla protagonista… la capacità di riderci un po’ più su.
Arlandino si adatta bene al grignolino così come il Grignolino si adatta bene al Monferrato e alla sua gente. Un paesaggio armonioso, piacevole, riservato, ma che nelle parole e nei gesti dei suoi abitanti rivela spesso la grande dote dell’ironia.
Azienda: Tenuta Santa Caterina
Vino: Arlandino
Denominazione: Grignolino d’Asti D.O.C.
Vitigno: Grignolino
Annata: 2013
Grado alcolico: 13%
Temperatura di servizio: 18°
Analisi visiva: limpido, di colore rosso aranciato con riflessi rubino.
Analisi olfattiva: al naso si presenta intenso, persistente, sufficientemente fine, con sentori di fiori secchi, frutta caramellata e profumi eterei.
Analisi gusto-olfattiva: al palato risulta secco, fresco e avvolgente. Una delicata sapidità accompagna il finale caramellato asciutto. Persiste piacevolmente la frutta rossa
Abbinamento: Brodi di carne, zuppe in genere, secondi di carni bianche.