Titolo: All’inferno non c’è Glamour
Autore: Lucy Sykes, Jo Piazza
Casa Editrice: Piemme
Anno di edizione: 2015
Pagine: 406
Prezzo: 18,50 euro
Autore della recensione: Silvia Menini (tratta da MRS)
No, non aspettatevi una sorta de “Il diavolo veste Prada” la vendetta. Perché qui i ruoli sono invertiti e la storia è molto diversa da quella che abbiamo letto e visto nel film tratto dall’ormai celebre romanzo. L’ambientazione è sempre una famosa rivista di moda, abbiamo sempre a che fare con una stronza che rende la vita impossibile alla protagonista, che in primis subisce per poi avere la sua rivincita. Ma abbiamo qualche ingrediente diverso che rende questo romanzo speciale.
Imogen Tate ce l’ha fatta nella vita. Dopo una lunga gavetta, è riuscita a essere apprezzata dalle persone che contato e ad approdare all’ambita scrivania di direttrice di Glossy, importante magazine newyorkese. Il mondo della moda è ai suoi piedi e viene adorata da tutti e considerata come una icona di stile e professionalità. Un tumore al seno la obbliga però a prendersi un periodo sabbatico e, al rientro, trova la sua scrivania occupata da Eve Morton, la sua ex assistente, riassunta dopo un master ad Harvard per portare avanti la sezione digitale della rivista che, a quanto pare, è anche l’unica rimasta. Purtroppo Imogen non è così ferrata con la tecnologia e Eve lo sa bene dato che all’epoca era lei stessa a stamparle le email e a risolverle i problemi più elementari con il computer e il cellulare. Se poi si parla di Twitter, Whatsup, Instagram e Facebook ecco che Imogen brancola totalmente nel buio. Le sembra di essere atterrata su un pianeta marziano e non sa proprio da dove iniziare per integrarsi, anche perché Eve non sembra proprio volerle dare una mano e fa di tutto per metterle i bastoni tra le ruote. L’atmosfera in ufficio poi non è delle migliori perché Eve non sa proprio cosa sia la gentilezza e si è trasformata in una sorta di dittatrice focalizzata solo alla quantità di visite del sito/app e poco sulla qualità di quello che viene postato online. Ma sarà veramente questa la carta vincente? O per Imogen c’è ancora una possibilità?
Sicuramente il tema trattato in questo romanzo è di grandissima attualità: che fine faranno le riviste cartacee? I vecchi ruoli verranno soppiantati da nuove facce che non lasceranno alcuna speranza per le/gli over 40? E proprio le due sfaccettature di questo dibattito sono rappresentate dalle due protagoniste: Imogen che rappresenta la vecchia guardia. Cresciuta grazie a una gavetta che l’ha portata ad essere una figura portante dell’editoria e della moda. Rispettata da tutti, ha imparato a gestire le sue persone con modi garbati e anche con quel pizzico di umanità (oltre che fermezza) che non fa mai male.
Eve invece è l’arrampicatrice sociale che non si ferma davanti a nulla. Cresciuta sui social network, li mastica come il pane e si sente infallibile. Ma spesso e volentieri non capisce che ci devono essere dei limiti e passa le sue giornate a postare selfie e a costruirsi una immagine che però rischia di sgretolarsi al primo intoppo.
Un libro ricco di spunti di riflessione. Ironico ma non troppo, racconta tristi verità: la lotta tra cartaceo e digitalizzazione a tutti i costi, l’evoluzione tecnologica a cui siamo portati con tutti i pregi e i difetti, il conflitto generazionale in ambito lavorativo e anche il bullismo tramite i social network a cui sono esposti bambini e adolescenti.
Un libro da non perdere!
Lucy Sykes ha sempre lavorato nell’ambito della moda ed è stata fashion director per Marie Claire. È anche stilista, e le sue creazioni si possono trovare in negozi come Saks Fifth Avenue e Goodman. Si è trasferita a New York da Londra nel 1997.
Jo Piazza è managing editor di Yahoo Travel e scrive per Wall Street Journal, New York Times, New York Magazine, Glamour e Slate. Vive anche lei a New York.
Abbinamento (Sommelier Silvia Menini)
Rimaniamo in tema USA, nella Napa Valley per la precisione, con un vino rosè che si amalgama con la tematica tutta al femminile di questo romanzo. Un vino non banale, però. Tutt’altro. Prodotto da una Winery che punta anche all’arte e le cui gallerie espongono opere nate dalla fusione di tecniche, materiali e stili differenti nonché grandi tele, che comprendono alcuni pezzi di Francis Bacon e Louis Soutter.
Azienda: The Hess Collection
Vino: Syrah Rosè
Denominazione: Napa Valley Syrah Rosè
Vitigno: Syrah 76%, Petite Sirah 24%
Annata: 2013
Grado alcolico: 14,5%
Temperatura di servizio: 12-14°
Analisi visiva: Cerasuolo. In questa annata il colore è più ricco
Analisi olfattiva: Profumo di ciliegia, fragola e ciliege secche. Una leggera mineralità donata dal terreno.
Analisi gusto-olfattiva: Il profumo di ciliegia ritorna anche in bocca. È un vino fresco e persistente.
Abbinamento: Perfetto per abbinamenti dolci/salati come prosciutto, melone e formaggio di Manchego, verdure di campo fresche con vinaigrette di lamponi e formaggio feta.