Titolo: Contrabbandieri d’amore
Autore: Laura Costantini e Loredana Falcone
Casa Editrice: Harper Collins Italia
Anno di edizione: 31 agosto 2016
Pagine: 375
Prezzo: 4,99 euro
Autore della recensione: Silvia Menini
Un libro incantevole, che letteralmente coinvolge il lettore fino all’ultima pagina lasciando con il fiato sospeso e un timore reverenziale verso un’epoca che forse non abbiamo mai compreso fino in fondo.
Siamo negli anni Venti. Anni del primo dopoguerra. Anni in cui si viveva in estrema povertà, cercando in ogni modo di sopravvivere e ricostruire una vita che non fosse quella cui la guerra aveva costretto.
Cecilia e Eugenio sono due fratelli napoletani. La guerra ha tenuto Eugenio lontano da casa e da Cecilia, rimasta sola dopo la morte prematura della madre e con un padre sconosciuto. Hanno dovuto lottare per tutta la loro vita contro i pregiudizi della gente che li riconosceva come figli di una prostituta che vendeva il proprio corpo per riuscire a sfamare i figli e dare loro quello che altrimenti non avrebbero potuto concedersi.
A Cecilia non importa però molto quello che la gente pensa di lei e di sua madre. La felicità le è stata resa quando Eugenio è tornato dalla guerra salvo, anche se con una imponente cicatrice sulla schiena che gli procura dolori allucinanti e lo impossibilita a certi lavori. Ma ciò, per lui, non è certo un ostacolo quando si tratta di tentare una via di fuga da un paese che non può offrire loro più nulla e sognare una vita diversa a New York. La terra delle possibilità, dove ogni cosa è possibile e dove nessuno li conosce come figli di Nunziatina. Riesce a vincere i dubbi della sorella ed essendo gli unici a saper leggere e scrivere, riescono a passare la selezione e a imbarcarsi sulla nave che li porterà lontani dalla loro terra, verso il Paese del riscatto.
Ma quello che trovano è ben lontano da quello che speravano. La segregazione a Little Italy, la povertà e lo sfruttamento che li tengono prigionieri delle loro origini e del loro passato, sono la dura realtà con cui si devono scontrare e a cui non sono preparati. Mentre Eugenio accetta la sua nuova situazione a capo chino, Cecilia non ci sta. Non ha rinunciato alla sua terra e alle sue origini per ritrovarsi in altrettanta povertà e a vedersi promessa sposa a uno sconosciuto che non ama solo perché così ha deciso il fratello. A lei batte il cuore per Sidney, colui che gestisce i viaggi dei migranti dall’Italia agli Stati Uniti e che l’ha presa sotto la sua ala per proteggerla. E così si comporta come una qualunque altra americana: decide per se stessa e si lascia andare a quel sentimento che non riesce più a controllare.
Eugenio, dopo un primo smarrimento, decide anche lui di tentare di andare oltre a ciò che gli è stato offerto e a New York le occasioni non mancano certamente. Siamo nel pieno proibizionismo e le attività illegali pullulano e permettono di arricchirsi velocemente, anche se con grossi rischi. Basta essere in gamba e imparare a cavarsela. È questo che pensa Eugenio. Ma la Mafia non perdona. La Mafia ti vuole controllare e se non gli stai a genio… ti fa fuori. Lo sa bene Lisbeth, la proprietaria irlandese di un locale in voga (quello dove Cecilia inizia a lavorare come sigarettaia) che ha visto uccidere il marito e perdere anche il figlio che portava in grembo.
In un caos generale di intrighi, contrabbandi, omicidi e prostituzione… i due fratelli dovranno confrontarsi con un bene prezioso ancora più proibito. L’amore. Quello con la A maiuscola, che scuote i cuori e fa perdere la ragione.
Un libro storico ma di incredibile attualità che parla della ricerca di una vita migliore lontani dal proprio paese di origine, di stereotipi, di razzismo e di disperazione di fronte alla sofferenza.
“Non so ancora leggere bene l’inglese, ma sui giornali noi italiani siamo sempre quelli con il coltello in mano, i vestiti sporchi, i capelli unti e l’alito che sa di aglio”
Un libro che vale la pena di leggere, ricco di intrecci e decisamente appassionante, districandosi tra azione, sentimenti e storia.
Abbinamento (Sommelier Silvia Menini)
Per questo libro ho pensato di abbinare un Whisky americano, che scorre a fiumi durante la lettura di queste pagine che sembrano passare troppo velocemente e che tengono col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Una edizione rinnovata (ma solo nella bottiglia) di uno dei classici Kentucky straight bourbon. Un whiskey molto apprezzato invecchiato almeno 8 anni.
La Buffalo Trace si vanta di utilizzare solo ingredienti locali per i propri distillati, mais, segale e malto d’orzo del Kentucky. Il Buffalo Trace Kentucky straight bourbon è un whiskey invecchiato per almeno 8 anni in botti di quercia americana.
Azienda: Buffalo Trace
Whisky: Buffalo Trace Kentucky straight bourbon
Gradazione: 40%
Agli occhi: Ambra profonda
Al naso: Dolce con note di caramello e vaniglia e sentori di legno di quercia
In bocca: Ci accoglie la dolcezza del caramello insieme a note di crema pasticcera e rovere dolce per poi lasciare il posto ad una leggera sapidità
Finale: Di buona lunghezza con note di cannella e spezie