Volevo solo andare a letto presto di Chiara Moscardelli

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Titolo: Volevo solo andare a letto presto

Autore: Chiara Moscardelli

Casa Editrice: Giunti

Anno di edizione: 19 ottobre 2016

Pagine: 272

Prezzo: 14 euro

Autore della recensione: Silvia Menini

L’irruente Chiara Moscardelli è tornata in libreria con un libro divertente, ma anche sentimentale e con una pennellata di giallo che lo rende ancora più accattivante.

Agata Trambusti, un nome un destino segnato, è ipocondriaca, ossessiva, maniaca del controllo e, da quando ha scoperto la tv (la madre per scelta non gliel’ha mai concessa), anche una amante sfegatata delle telenovelas latinoamericane. Nonostante questa sua passione, Agata non ha mai capito veramente perché le persone tendono a lasciarsi andare all’amore. Come se non sapessero che tanto poi questo prima o poi finisce, lacerando i cuori e lasciando solo un misero pugno di mosche. Decisamente meglio come fa lei: tenere tutto sotto controllo e non permettere a nessun uomo di prendere il sopravvento nella sua vita. Solo così, a detta sua, si può essere veramente felici. Quando la si conosce un po’ ci si rende conto che la sua è più che altro una reazione a una infanzia e adolescenza un po’… alternative. Madre sessantottina, l’ha cresciuta infondendole i valori del libero amore, del beneficio dei cristalli e circondandola di amici alquanto bizzarri e spesso e volentieri che giravano nudi per casa. L’unico però ad esserle rimasta sempre vicina e che ha preso i panni della figura paterna (il suo non ha mai saputo chi fosse) è Bernardo, amico della madre e che Agata è convinta essere perdutamente innamorato di quest’ultima.

Ma Agata non sa che spesso il destino scombina le carte e ha in serbo per lei qualcosa di molto più… avventuroso della classica routine a cui ormai si è abituata.

Quella mattina sembra una come tante. Tranne che piove. Agata ha indossato il suo classico tailleur e si è acconciata i capelli ribelli in un severo chignon. È pronta per varcare la soglia della villa sull’Appia dove ha appuntamento con il proprietario di alcuni quadri che vuole mettere all’asta. E sarà proprio questo il momento della svolta. La casa sembra disabitata e non si aspetta certo, una volta entrata, di essere sorpresa alle spalle da un uomo che assomiglia terribilmente a Christian Bale e dal quale lei si difende con un paio di mosse di krav maga per poi fuggire impaurita.

Sembra tutto passato… e per un momento si convince che il suo psicologo e i suoi amici abbiano ragione: è possibile che si sia sognata tutto?

Parte quindi per Barcellona per concludere un altro affare, ma quando in aereo si accorge che uno dei passeggeri è proprio uno degli uomini che le dava la caccia, reso inconfondibile da un neo in fronte, si rende conto che purtroppo era realtà e ripiomba con i piedi per terra.

Da qui parte una roccambolesca sequenza di vicissitudini che la vedono ospite di uno dei quartieri più malfamati di Roma, ad essere minacciata da uno strozzino, a indossare i panni di una prostituta e coinvolta in un intricato susseguirsi di eventi che mai avrebbe immaginato.

Agata si vedrà così costretta a dare retta allo psicologo e agli amici e lasciarsi andare agli eventi e, per una volta, dare sfogo ai propri istinti anche se questo vuol dire… rischiare.

E se poi trova anche la felicità… quella vera… tutto di guadagnato.

 

Aveva ragione lui, ero sempre scappata: dalla verità su mio padre, dall’amore, dalla vita. Compresi finalmente quello che aveva cercato di dirmi in tutti quegli anni il mio psicologo riguardo alla paura, la paura di quello che viene dopo se si decide di rischiare. Perché si può stare davvero molto male ed è la

paura di stare male che ci trattiene e ci fa restare immobili.

Compresi che essere innamorati è una cosa pericolosa e che l’amore è il rischio più grande che possiamo correre. Eppure mai come in quel momento sentivo di avere le idee chiare:

Fabrizio era l’uomo della mia vita e Bernardo mio padre. Non c’era altro da sapere. Ora però andava comunicato anche a loro.

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Abbinamento (Sommelier Silvia Menini)

Agata Trambusti nel suo essere ipocondriaca si concede un bicchiere di vino rosso a settimana. E allora cos’altro potevamo scegliere se non un buon Cesanese del Piglio, vino laziale che si abbina anche a territorialmente a questo romanzo divertente e intrigante?

Azienda: Pileum

Vino: Cesanese del Piglio

Denominazione: Cesanese del Piglio DOCG

Tipologia: Rosso

Vitigno: Cesanese di Affile 100%

Annata: 2011

Gradazione: 14%

Temperatura di servizio: 18°

 

Agli occhi: Colore rosso rubino con riflessi violacei.

Al naso: Profumo di piccoli frutti rossi e di ciliegia, con tipiche sensazioni erbacee che si ritrovano all’assaggio.

In bocca: Strutturato e morbido.

Abbinamenti: Bucatini all’Amatriciana.

 

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