Titolo: Caino
Autore: Elisabetta Cametti
Casa Editrice: Cairo Editore
Anno di edizione: 10 novembre 2016
Pagine: 480
Prezzo: 18,90 euro
Autore della recensione: Silvia Menini (tratto da MRS)
Quando si tratta di suspance, creare personaggi forti e caratterizzanti, evocare il senso dello stupore e della malvagità umana, Elisabetta Cametti vi riesce magistralmente. Caino, il suo nuovo romanzo, edito Cairo, ne è la riprova. Ormai siamo a quota quattro. Quattro romanzi così diversi uno dall’altro ma con un filo conduttore: tenere il lettore incollato alle pagine con il fiato sospeso e con un forte stupore per come l’autrice riesce a calarsi nei luoghi che descrive e dove ci si sente trascinati, estraniati dalla propria quotidianità.
Caino riprende la serie 29 introdotta con Il regista e con essa anche la protagonista che tanto avevamo amato. Veronika Evans, fotoreporter newyorkese che ha deciso di dedicare la propria vita a scattare la vita vera, la morte, il disagio sociale e le crudeltà inferte agli animali dall’animo umano che non lascia spazio al ragionamento ma solo all’istinto.
Dopo quello che le era successo in “Il Regista”, Veronika ha deciso di scappare dai ricordi, da quel senso di fallimento che l’ha colta una volta terminato tutto e dal suo essere anche un po’ sociopatica, preferendo vivere in Groenlandia, per immortalare le stragi che gli abitanti del posto infieriscono alle foche.
Ma ad aspettarla sulla rompighiaccio che la ospita, Veronika ritrova una vecchia conoscenza. Fisher, a capo del Detective Bureau del New York Police Department. Sì, proprio quel Fisher, coinvolto anche lui nella strage del “Regista” un anno prima e che è andato a cercarla per chiedere il suo aiuto e rioffrirle il ruolo di consulente del dipartimento della polizia di New York. Insieme a lui c’è anche Bill Walsh, trasferito al Detective Bureau dopo anni al Patrol Services Bureau a sventare disordini e a liberare ostaggi.
«Stamattina è stato trovato il corpo di una ragazza davanti alla sede centrale della Public Library, su Fifth Avenue. Chiunque sia stato a ucciderla si è preoccupato di truccarla e vestirla in modo elegante, per poi sistemarla su una panchina poco distante dall’ingresso. Non l’abbiamo ancora identificata, ma i tratti sono orientali. L’autopsia ha rilevato che è morta per annegamento.»
«Annegamento?»
«Sì, in acqua dolce.» Fisher estrasse una cartelletta dalla ventiquattrore. «Non aveva ingerito cibo. A parte l’acqua, nello stomaco c’era la memory card di una reflex, avvolta in una pellicola di polietene.»
«La memoria era piena?»
«Conteneva dieci scatti della sede dell’Horizon of Art Museum, che organizza e patrocina l’Esposizione Internazionale di Arte Moderna e Contemporanea.» Fisher fece una pausa.
«Domani avrà inizio ufficialmente la 35esima manifestazione.»
Per Veronika inizia così una caccia a un serial killer senza precedenti. Una corsa contro il tempo per salvare il mondo da una strage che, se non sventata, potrebbe passare alla storia. E la protagonista dovrà fare presto i conti con il proprio passato, il futuro e un serial killer, ingranaggio di un meccanismo ben più grande e pericoloso che si diverte a uccidere e scuoiare le proprie vittime. Ma cosa significa il numero 29 che è ricorrente negli indizi che il pazzo lascia ad ogni omicidio?
Un romanzo che vale la pena leggere, un thriller mozzafiato che è il risultato di un lavoro di studio inaudito che traspare da ogni pagina e che incanta con il suo essere semplicemente unico.
Un volo pindarico tra l’orrore degli omicidi e la meraviglia dell’arte. Un excursus tra l’Esposizione Internazionale e la Biennale, il mondo dell’arte entra in modo preponderante nella struttura del romanzo e mostra come la passione può trasformare la mente umana, spingendola oltre i limiti.
Elisabetta Cametti, classe 1970, con una laurea in Economia e Commercio in Bocconi, da vent’anni si occupa di editoria e lavora tra Milano e Londra.
Caino è il secondo romanzo della Serie 29, inaugurata dal successo de Il regista (Cairo 2015).
Nel 2013 ha pubblicato K – I guardiani della storia, il suo thriller di esordio e bestseller internazionale. K – Nel mare del tempo, secondo romanzo della Saga di K, è stato pubblicato nel 2014.
La stampa l’ha definita “la signora del thriller italiano” e la sua protagonista Katherine Sinclaire è stata battezzata “il contraltare femminile di Robert Langdon, l’eroe dei romanzi di Dan Brown”.
Elisabetta è ospite fissa su Canale 5, nel programma Mattino Cinque, come opinionista sui casi di cronaca. Ed è responsabile della rubrica “Giallo&Nero” del settimanale Nuovo. I suoi libri sono stati pubblicati in 12 paesi.
Abbinamento (Sommelier Antonio Freda)
Per “digerire” un thriller del genere, un ottimo whisky rappresenta la soluzione ideale. Ci dirigiamo quindi in Scozia, culla di questa bevanda, più precisamente nella “regina delle isole Ebridi”: Islay. Qui nel 1817 Archibald Campbell fondò una distilleria che dopo poco tempo prese il nome di Lagavulin, che conserva tuttora. Nonostante nel libro di Elisabetta Cametti il numero 29 faccia la parte del leone, crediamo che un whisky invecchiato 16 anni (rigorosamente in botti di quercia) sia sufficiente al nostro scopo, senza bisogno di bucare il portafoglio…
Azienda: Lagavulin
Nome: Lagavulin 16 years old
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Grado alcolico: 43%
Agli occhi: colore luminoso, con riflessi ambrati.
Al naso: intenso, con un inconfondibile odore di torba e note iodate, tostate e speziate molto gradevoli.
In bocca: potente ma vellutato, con una lunga persistenza, un finale dolce e un retrogusto che richiama perfettamente i sentori percepiti al naso.
Abbinamento: da bere a fine pasto o in solitaria, rigorosamente a piccoli sorsi.