Titolo: La prima operazione della squadra minestrina in brodo
Autore: Roberto Centazzo
Casa Editrice: Tea
Anno di edizione: 2 febbraio 2016
Pagine: 256
Prezzo: 14,00 euro
Autore della recensione: Silvia Menini (tratto da MRS)
I tre simpatici protagonisti li avevo già conosciuti nel secondo romanzo della saga “Minestrina in brodo”. Anche leggendo i due romanzi a ritroso non ho avuto alcun problema a seguirne il flusso e, soprattutto, a divertirmi con le vicissitudini di questi tre ormai pensionati che hanno fatto della loro professione anche uno stile di vita.
I tre poliziotti ormai sono arrivati alla pensione. Dopo anni di servizio e di dedizione alla salvaguardia della quiete pubblica, ora devono fare i conti con il tempo libero, che hanno bramato per anni ma ora, non dovendosi più soggiogare alla routine e agli impegni lavorativi, non sanno di preciso cosa farsene di tutte quelle giornate senza uno scopo. Già dal primo giorno di “libertà” si ritrovano allo stesso bar, alla stessa ora, per condividere quel senso di vuoto che sentono e che non sanno bene come gestire. Una visita in questura farà loro venire una idea geniale. Ora che hanno tutto il tempo del mondo a disposizione, sebbene manchi quel distintivo che facilitava loro il lavoro di investigazione, possono dedicarsi a tempo pieno a quei casi che sono stati accantonati per mancanza di tempo e risorse e aiutare così il nuovo sostituto commissario che brancola nel buio, non essendo mai arrivato, per arguzia, a livello dell’ormai pensionato.
Ecco quindi che Ferruccio Pammattone, ex sostituto commissario e vice dirigente alla Squadra mobile, Eugenio Mignona, ex sovrintendente alla Scientifica e Luc Santoro, ex assistente capo all’Immigrazione, si trovano coinvolti attivamente in un caso lasciato irrisolto dopo la loro “vacanza” forzata, mettendo a disposizione della Polizia le loro indiscusse capacità. La Squadra speciale minestrina in brodo prende così vita, con Semolino – soprannominato così perché si riempie di macchie rosse quando sgarra col cibo, Kukident – che dopo un restyling a tutti gli effetti sfoggia una dentiera da far invidia a un vent’enne e Maalox – perché i bruciori di stomaco gli danno il tormento. Con la sola esperienza (e anche un bel po’ di intuito) come arma, riusciranno a fare luce sulla morte di un immigrato di nome Mamadou che Pammattone aveva arrestato e interrogato poco prima del congedo. Scopriranno così che il mondo dello sfruttamento dell’immigrazione clandestina, della prostituzione, della contraffazione e del riciclaggio di denaro sporco, è molto più strutturato e pericoloso di quello che si pensa e dovranno dedicare anima e corpo per trovare il bandolo della matassa.
Ambientato a Genova, la prima operazione della squadra speciale minestrina in brodo, offre scorci realistici tratteggiati in modo sapiente da uno scrittore che si ama fin dalle prime pagine. I protagonisti sono ben delineati, con le loro caratteristiche, peculiarità, con le loro esperienze e alle prese con un disincanto tipico di chi ha vissuto una vita non semplice, fatta di sacrifici e impegno, ma consci che anche un po’ di ironia, a volte, ci può salvare.
Abbinamento (Sommelier Silvia Menini)
Per questo divertente romanzo ho scelto un Pigato, vitigno autoctono (clone del Vermentino) coltivato nella Riviera di Ponente, che dà vini freschi, di buona struttura e con un aroma piacevolmente minerale e di erbe aromatiche. Perfetto anche per un piatto a base di semolino J
Azienda: Sancio
Vino: Pigato
Tipologia: Bianco
Denominazione: Riviera Ligure di Ponente DOC
Annata: 2016
Vitigni: Pigato 100%
Grado alcolico: 13%
Temperatura di servizio: 10°
Vista: Giallo paglierino vivace con riflessi dorati.
Olfatto: Al naso esprime un bouquet ampio e profondo, con note floreali e fruttate seguite da delicati profumi aromatici.
Gusto: In bocca è di buon corpo ed intenso con la vivace acidità che garantisce un armonico equilibrio. Finale persistente ed aromatico, impreziosito da un piacevole retrogusto ammandorlato.
Abbinamento: Ottimo a tutto pasto con piatti della cucina di mare, dall’aperitivo al secondo. E’ infatti perfetto in abbinamento a degli aperitivi a base di crostacei o a dei filetti di pesce alla griglia ma il meglio di sé lo dà senza dubbio con le classiche trofie al pesto genovesi.