Titolo: Gli omicidi dello zodiaco
Autore: Sōji Shimada
Casa Editrice: Giunti
Anno di edizione: 30 agosto 2017
Pagine: 336
Prezzo: 18,00 euro
Autore della recensione: Silvia Menini
Il romanzo si apre con una lettera scritta nel 1936 da Umezawa Heikichi in cui descrive il suo piano diabolico per uccidere le sue sei figlie e nipoti per dare vita a Azoth, usando le parti del corpo astrologicamente più forti delle ragazze.
Azoth, nel suo immaginario, rappresenterebbe l’universo in miniatura e permetterebbe così al Giappone intero di beneficiarne. Pochi giorni dopo, però, viene ucciso nel suo studio, seguito a distanza di una settimana dalla figlia primogenita e, solo un mese dopo, anche dalle sei ragazze predeterminate in questo suo progetto. La modalità di questi ultimi omicidi rispecchia in pieno i suoi scritti e nessuno si capacita di come sia potuto accadere. La polizia brancola nel buio ma ben presto arresta la seconda moglie di Heikichi, dopo aver ritrovato dell’arsenico nella sua casa, veleno usato per uccidere proprio le sei ragazze.
Siamo quindi trasportati nel 1979, quarantatré anni dopo questi efferati omicidi e siamo alle prese con due investigatori improvvisati, sebbene dotati di indiscusso intuito e capacità analitica.
Ishioka Kazumi è un illustratore appassionato di romanzi investigativi, mentre Mitarai Kiyoshi è un astrologo che mette a disposizione le sue doti nell’arte investigativa. Dopo una visita inaspettata, Kiyoshi si trova alle prese con questo rompicapo e sono entrambi decisi a risolverlo nonostante, in quarant’anni, non ci sia riuscito nessuno.
I due protagonisti catturano subito la simpatia del lettore, con la loro schiettezza e, a tratti, anche comicità nel loro contrapporsi continuamente. Ognuno di loro segue un proprio filone di ragionamento, discostandosi anche a tratti l’uno dall’altro e portando avanti imperterriti la propria tesi nella speranza di dimostrare all’altro di avere ragione.
La voce narrativa è fresca, giovane, spigliata e permette fin dalle prime pagine di camminare fianco a fianco dei due protagonisti nella ricerca della verità. Il ritmo non è troppo sostenuto e il lettore può barcamenarsi tranquillamente nella moltitudine di personaggi che vengono tirati in ballo. Anche le digressioni sulla storia e la geografia del Giappone non risultano pesanti ma un buon intermezzo per fare ordine nei propri pensieri e supposizioni.
Abbinamento (Sommelier Silvia Menini)
Non si può scegliere altro che un buon sakè. Un tipico prodotto della tradizione Giapponese che rispecchia l’attaccamento dell’autore per la storia del suo Paese.
Azienda: Yoshida Shuzoten
Tipologia: Sake
Grado alcolico: 15%
Levigatura riso: 55%
Olfatto: Fresco e floreale al naso con un buon bilanciamento ed una buona texture.
Gusto: Shukon Junmai Ginjo è ricco al palato, con sentori di mela e pera.