Titolo: Non era vero
Autore: Clare Mackintosh
Casa Editrice: DeAgostini
Anno di edizione: 12 febbraio 2019
Pagine: 400
Prezzo: 17,00 euro
Autore della recensione: Silvia Menini
Clare Mackintosh è la regina britannica indiscussa del Thriller! Del resto, si capisce da come scrive che le indagini erano il suo mestiere. Infatti, prima di dedicarsi alla scrittura, era proprio una poliziotta.
Anche in questo romanzo mette tutta la sua esperienza e dedizione che si percepisce fin dalla prima pagina e cattura il lettore per non lasciarlo se non all’ultima pagina… anzi… riga.
In questo romanzo la protagonista è Anna, una giovane donna nonché madre di una bambina di pochi mesi. La morte dei genitori l’ha sconvolta. Il padre si è suicidato lanciandosi dalla scogliera di Beachy Head nella Manica. La madre, sette mesi dopo, l’ha seguito. I corpi, però, non sono mai stati trovati. Anna non riesce a darsi pace e, soprattutto, non crede che i suoi genitori abbiano potuto fare un gesto simile creandole un infinito dolore che fa ancora fatica a gestire. Non c’era nulla, nelle vite dei suoi genitori, che potesse giustificare tale gesto. E allora perché?
A un anno di distanza dalla morte della madre Anna riceve per posta un biglietto anonimo che le conferma che i suoi dubbi sono leciti. “Suicidio. Ne sei proprio sicura?” Anna quindi decide di rivolgersi alla polizia chiedendo che il caso venga riaperto. Murray Mackenzie, un agente in pensione che presta servizio come volontario in Centrale, si prenderà a cuore la vicenda e deciderà di investigare ufficiosamente all’insaputa dei colleghi sapendo che questi non avrebbero tempo e il caso verrebbe archiviato nuovamente. L’alternanza dei diversi punti di vista permette di entrare subito in sintonia sia con la protagonista e la sua difficoltà a superare il lutto e andare avanti, sia con Mackenzie, questo poliziotto sessantenne che si fida del proprio istinto e decide di dare spazio al suo lato empatico e di investigare. Anche lui, come Anna, conosce il valore della famiglia e di perdere, anche se in modo diverso, una persona che si ama. A un certo punto il romanzo ha una svolta e sembra quasi di trovare una quadratura alla vicenda per poi però rendersi conto che era solo una illusione e le carte verranno presto rimescolate, creando dubbi e suspance ulteriori che dureranno fino alla fine quando ci sarà il colpo di scena finale.
Ecco un thriller psicologico ben fatto, con una struttura solida, la giusta suspance, colpi di scena indispensabili per non renderlo banale e scontato. Insomma… un romanzo che vale proprio la pena di leggere.
Abbinamento (Sommelier Antonio Freda)
Per questo romanzo abbiamo bisogno di un vino caldo e intenso, che riesca a rabbonire gli animi senza eccessive sdolcinature: a darci una mano ecco un piccolo produttore della Valle della Loira.
Azienda: Domain De Terrebrune
Vino: Coteaux Du Layon
Tipologia: Bianco, Vendemmia Tardiva
Vitigno: Chenin Blanc
Annata: 2005
Gradazione alcolica: 12,5%
Temperatura di servizio: 12°
Vista: giallo dorato luminoso
Profumo: un’esplosione inebriante di frutta candita e spezie dolci
Gusto: morbido, avvolgente ma non stucchevole, lascia al palato una fresca sensazione fruttata.
Abbinamento: foie gras e formaggi erborinati, anche se i francesi non lo disdegnerebbero neppure come aperitivo…