Titolo: Delitti a Fleat House
Autore: Lucinda Riley
Casa Editrice: Giunti
Anno di edizione: 2022
Pagine: 496
Prezzo: 19,80 euro
Autore della recensione: Silvia Menini
Lucinda Riley finalmente è tornata! Chi mi conosce sa che è una delle mie autrici preferite perché i suoi romanzi sono sempre estremamente avvincenti, coinvolgenti e non annoiano mai.
Questo romanzo, però, si discosta da quelli che ha scritto negli ultimi anni e si è ora cimentata in un thriller appassionante confermando la sua incredibile capacità di scrittura anche in questo ambito.
La vicenda si apre con la morte improvvisa di Charlie Cavendish nell’austero dormitorio di Fleat House, la più antica delle otto pensioni in cui alloggiavano gli alunni della St. Stephen’s School. Sebbene sia un evento sconvolgente, il preside lo liquida subito come un tragico incidente dovuto a una crisi epilettica, malattia di cui il ragazzo soffriva da tutta la vita. La polizia, però, non esclude che si tratti di omicidio, soprattutto quando, dall’autopsia, viene fuori che si è trattato di uno shock anafilattico causato da un farmaco di uso comune a cui il ragazzo sapeva di essere allergico. Quindi cosa è successo veramente? Si è effettivamente trattato di un tragico incidente o c’è qualcos’altro sotto?
Ovviamente il dubbio va sviscerato e per poter escludere l’omicidio si deve indagare in maniera approfondita, senza tralasciare alcun dettaglio. Ecco quindi che viene chiesto il rientro in servizio dell’ispettore Jazmine “Jazz” Hunter che aveva deciso di prendersi un periodo sabbatico dalla polizia. Suo malgrado, per rendere un favore al capo della polizia, si vede costretta ad accettare l’incarico, seppur con riluttanza.
Quando anche un professore viene trovato morto e uno studente scompare, è lampante come la situazione sia ben più complessa di come era apparsa in prima istanza. Ecco, quindi, che la trama si infittisce con intrighi familiari, tradimenti e vendette svelando segreti che sono gelosamente custoditi presso Fleat House e che finalmente vengono alla luce dopo tanto tempo.
Una trama coinvolgente, avvincente e con una protagonista ben delineata e carismatica.
Un romanzo all’altezza dei precedenti e che sicuramente non vi deluderà.
Abbinamento (Sommelier Silvia Menini)
Per questo romanzo ho scelto un vino rosso denso e profondo che esprime tutta la sua struttura grazie alla provenienza dai migliori vigneti dell’omonima località che è considerata come la patria dei migliori Pinot Nero italiani. Viene vinificato sulle bucce e lasciato maturare per almeno 18 mesi tra piccoli fusti di rovere e botti grandi è vino rosso profondo, caratterizzato da un’eleganza ed una finezza uniche.
Azienda: Hofstätter
Vino: Mazon
Annata: 2019
Denominazione: Alto Adige Pinot Nero Riserva DOC
Tipologia: Rosso
Vitigno: pinot nero
Gradazione: 13,5%
Temperatura di servizio: 16-18°
Vista: Rosso rubino denso e profondo
Olfatto: al naso esprime profumi estremamente tipici di sottobosco, di piccoli frutti e di marasche dolci e suadenti
Gusto: In bocca è caldo, armonico, rotondo, ricco di sfumature, solido e fine. Con il passare dei secondi emerge la sua anima vellutata, quasi carezzevole, quella garbata raffinatezza di un vino di grande caratura
Abbinamenti: A tutto pasto, il Pinot Nero “Mazon” di Hofstätter ben si abbina a ricchi piatti a base di selvaggina, a carni rosse, e formaggi stagionati.